L' età dell'inerzia?

Storicità, Rivoluzione e Brasile

Abstract

Le discipline umanistiche hanno assunto il concetto astronomico di rivoluzione. Se prima l’idea consisteva in un ritorno totale al punto di ritorno, ora va oltre il suo significato originario e comincia a essere collegata a grandi trasformazioni strutturali, a una rottura con lo status quo, o a essere concepita come un tentativo di adattare la situazione ideale al reale; un sovvertimento dell’ordine. Tuttavia, oggi, l’idea della Rivoluzione sembra temuta o qualcosa che appartiene solo ai libri di storia. Con la caduta dell'URSS, con un certo entusiasmo, è stato proclamato un fallace presagio: siamo arrivati ​​alla fine della Storia! Al reale spetta ora solo il compito di adattarsi a un unico ideale vittorioso: il (neo)liberale. È come se dopo l'età delle rivoluzioni, degli imperi e degli estremi, avessimo raggiunto un'era di conformismo, l'età dell'inerzia, la cui nozione del tempo è presentata come un presente eterno e inevitabile senza alcuna dimensione di futuro, per mantenere l'umanità . contingenza e creatività ostaggio di un pensiero unico, di una dittatura della mancanza di alternative. Pertanto, l'obiettivo di questo lavoro è quello di utilizzare autori classici e contemporanei che ci permettano di pensare all'oggi oltre l'adesso, permettendoci di intravedere nuovi domani; un salvataggio della nostra creatività e contingenza. Occorre recuperare una disputa sulle utopie e rispondere: è ancora possibile una rivoluzione? I Nuovi Brasile possono essere il nostro orizzonte di aspettative? Pertanto, attraverso Hegel e la tradizione hegeliana, rifletteremo sul rapporto tra storicità e rivoluzione per criticare ciò che identifichiamo come un tentativo neoliberista di congelare la temporalità; e, infine, recuperare la nostra dimensione del futuro e il potenziale trasformativo.